- Nato a Castagneto 1/2/1933 - 21/9/1998.
Personaggio eclettico che, dal carattere orgoglioso e indipendente, ma
sempre aperto e socievole, ebbi l’onore e il piacere di conoscere personalmente
come ospite presso casa mia, nell’ultimo periodo della sua vita, per cui
ritengo doveroso spendere alcune righe anche in memoria di una vera amicizia:
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Cominciamo col dire che era un anarchico: Un anarchico vero, di quelli “ di Carrara “ ( era ancora in contatto con gli ultimi rimasti ) un autodidatta alla vecchia maniera
che si era istruito leggendo Bakunin, rifuggendo da ogni formazione culturale precostituita.
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Per molti anni aveva lavorato alla rifinitura delle barche
nel locale cantiere del Conte, facendo emergere la sua particolare abilità nella lavorazione manuale del legno, tanto che
ne era uscito con il titolo di Maestro d’ascia, un’attività particolarmente rara e ricercata nelle nostre zone
di mare, che gli aveva permesso di essere lui a scegliere dove e con chi lavorare per fare ciò che più gli piaceva.
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Da spirito libero e cittadino del mondo quale si sentiva aveva
lasciato la moglie già da molto tempo ma come mi diceva: “No ci ho mica mai leticato! “, la rincontrava ogni tanto aspettando che fosse il destino
o la casualità della vita a metterlo sulla sua strada.
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Particolarmente propenso ad onorare i piaceri della vita non “disdegnava” mai un buon bicchiere
di vino sempre accompagnato da numerose sigarette e nella sua cucina ( sotto
casa mia ) la sera, dopo essersi preparato una cenetta di tutto rispetto, mentre
mi parlava di ideali di tempi passati, si divertiva ad “impagliare”
sedie fatte a mano.
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Per qualche anno a Punta Ala, dopo aver lavorato su vari yachts, si era aggregato ad un tipo che era
come diceva lui “ un brindellone” sempre con due pantaloncini corti e una
camiciaccia sempre quella, tutta sudicia, ma che aveva uno yacht di tutto rispetto e a lui piaceva, intarsiava là sopra delle
opere d’arte come sapeva fare lui in grande libertà senza avere mai da discutere con questo che parlava anche poco bene
l’italiano. Poi, dopo anni di contatto ( ma lui beveva solo chissà che razza di wiskey canadese) entrarono in maggiore
confidenza e lui gli disse:
- Se vieni con
me ti porto in Canada perché là di legname da lavorare ce ne ho un po’! – Ma cosa ci voi ave’ te! –
rispose Beppino. Guarda, ora ti faccio vedere un filmino dove si vedono alcuni dei miei boschi. E tirando fuori un vecchio
proiettore si misero a guardare una vecchia pellicola dove non si vedevano altro che foreste di abeti e aceri a perdita d’occhio.
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Questo che vedi è tutto di mia proprietà – disse lui – ma Beppino rispose " seeee, bona!!"
E poi c’è troppo
freddo in Canada, un ci vengo! - E
a me disse: Chissà chi era, pagherei a sape'! ,
sò solo che si chiamava Westinghouse!